Dottoressa Francesca Puggioni
Capo Sezione del Centro di Medicina Personalizzata – Asma e Allergologia
Aree di interesse medico
Asma e Allergologia
Pneumologia
Specializzazione
Malattie Dell’Apparato Respiratorio
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Domande frequenti
Cos’è l’asma?
L’asma è una malattia infiammatoria delle vie respiratorie caratterizzata da un’iperattività dei bronchi, che può portare allo sviluppo di crisi acute. Queste crisi si manifestano con sintomi quali difficoltà respiratorie, oppressione toracica, respiro sibilante e tosse secca. Si tratta di una condizione cronica, che, se non diagnosticata e adeguatamente trattata, può compromettere significativamente la qualità della vita.
L’asma può manifestarsi a causa di stimoli di natura allergica, fisica o immunologica e può aggravarsi in presenza di patologie concomitanti tra le quali la rinosinusite cronica, la rinite e il reflusso gastroesofageo.
Quando l’asma non risponde adeguatamente a livelli molto elevati di terapia inalatoria, si parla di asma grave. Questa condizione si caratterizza per crisi asmatiche frequenti e di notevole entità, che spesso richiedono l’impiego di terapia cortisonica sistemica e, frequentemente, il ricovero in pronto soccorso.
Quali sono i sintomi di un attacco d’asma?
I sintomi caratteristici dell’asma sono:
- dispnea (mancanza di respiro, “fame d’aria”)
- senso di costrizione toracica
- sibili respiratori
- tosse secca
Nella maggior parte dei casi, la persona è anche affetta da malattie delle alte vie aeree, come rinosinusite cronica e/o rinite, solitamente di natura allergica.
I sintomi dell’asma possono presentarsi con diversi livelli di intensità e di frequenza, a seconda della gravità del disturbo e della risposta alle terapie in corso.
Come si diagnostica un’allergia?
Chi non ha mai sofferto di allergie e si accorge di avere manifestazioni associabili a uno stato allergico dovrebbe fare riferimento allo specialista allergologo che saprà indicare gli esami diagnostici più opportuni per chiarire la situazione e identificare il fattore scatenante dell’allergia.
Per diagnosticare un’allergia si può ricorrere ai prick test o agli esami del sangue. I prick test sono dei test cutanei che prevedono l’applicazione di estratti delle diverse fonti allergeniche sulla cute del paziente per poi essere punte leggermente con una lancetta monouso. Tramite l’osservazione della reazione della pelle, lo specialista determinerà a quali di questi allergeni l’individuo è più sensibile.
Gli esami del sangue, invece, possono focalizzarsi sulla ricerca delle immunoglobuline IgE specifiche per singoli allergeni oppure consistere in quella che chiamiamo “diagnostica allergologica molecolare”, che permette di valutare contemporaneamente la presenza di oltre 200 sostanze, la maggior parte delle quali valutate a livello delle singole proteine che compongono ogni fonte allergenica. Un’analisi molto precisa, che consente di identificare la causa specifica della reazione allergica del paziente e agire di conseguenza.
Quali sono le cause della polmonite?
La polmonite può essere causata da vari agenti patogeni. La causa principale è lo Streptococcus pneumoniae, noto anche come pneumococco. Tuttavia, esistono altri batteri come l’Haemophilus influenzale, lo Staphylococcus aureus e la Legionella pneumophila che possono causare la polmonite. Oltre ai batteri, la polmonite può derivare da virus, come i virus influenzali di tipo A o B, i coronavirus o il virus respiratorio sinciziale (RSV) tra gli altri. Esistono anche forme di polmonite come ad esempio quelle fungine, che di solito colpiscono persone con un sistema immunitario compromesso, o quelle causate dall’aspirazione di vomito, oggetti estranei o sostanze tossiche.
Cos’è la BPCO?
Con il termine BPCO (BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva) si indica un disturbo respiratorio complesso che colpisce i bronchi con conseguente riduzione della funzionalità polmonare. Tra le prime manifestazioni troviamo la bronchite cronica, vale a dire tosse quotidiana produttiva di catarro per almeno sei mesi l’anno, determinata da uno stato infiammatorio della mucosa bronchiale, che può degenerare in un’alterazione dell’albero bronchiale e, quindi, avere ripercussioni sullo scambio gassoso tra l’aria inalata e l’ossigeno assorbito dai polmoni. La persistenza dell’infiammazione a livello bronchiale può nel tempo determinare un’ostruzione con conseguente difficoltà a respirare. L’ostruzione viene identificata tramite un semplice esame funzionale: la spirometria. Se l’infiammazione non viene contrastata (attraverso l’abolizione del fumo di sigaretta o la riduzione dell’esposizione a sostanze tossiche per il polmone) questa può peggiorare nel tempo. L’uso di farmaci broncodilatatori e antinfiammatori inalatori permettere di rallentare la degenerazione.